La Cassa Rurale di Mori è stata fondata nel 1897 ed ha iniziato la sua attività il 1 luglio dello stesso anno. L’iniziativa era partita da alcuni benemeriti cittadini che con lungimiranza e spirito di cooperazione erano riusciti ad attuarla in breve tempo. Il comitato promotore aveva dapprima esaminato il problema in ogni aspetto tecnico e sociale e quindi aveva gettato le basi per la costituzione della Casa Rurale di prestito e risparmio a sistema Raiffaisen. Dopo un breve periodo di studio e preparazione, il 1 maggio 1897 novantasette persone avevano dato l’avvio alla società approvando le statuto sociale e nominando la prima direzione che era così composta:
presidente Egidio Dalbosco, vicepresidente don Germano Rossi, consiglieri Luigi Salvadori, Domenico Fiumi, Giovanni Grigolli, Felice Manfredi, Francesco Anderlini, Valentino Caliari e Bortolo Bazzanella.
Il 26 giugno dello stesso anno veniva convocata l’assemblea dei soci; nell’ordine del giorno fra l’altro figurava la nomina della Commissione di Sindacato nella quale venivano eletti: capo sindaco signor Fasanelli Andrea, e i sindaci i signori Grigolli Riccardo, Benedetti Eugenio, don Caproni Domenico, Chizzola Guido.
La prima sessione di direzione, con la presenza del presidente, del vicepresidente, del segretario cassiere Dante Zucchelli e di tutti i consiglieri si tenne il 1 luglio nella sala del Podestà.
Scopo della società fu di migliorare sotto l’aspetto morale e materiale le condizioni dei propri soci, sia fornendo loro, nei modi determinati dallo statuto, il denaro necessario per l’esercizio dei loro affari e della loro economia agricola, sia favorendone il risparmio. Per adempire queste finalità la società poteva contrarre prestiti passivi solidariamente garantiti e ricevere depositi sia dai soci che da terzi.
La società si proponeva di migliorare nel rapporto morale e materiale le condizioni degli abitanti di Mori, favorendo la fondazione di associazioni di vendita e di produzione; concedendo all’uopo prestiti ed aprendo crediti, sempre però entro i limiti prescritti dallo statuto. Queste associazioni ausiliari dovevano però essere sempre affatto indipendenti dalla società ed avere una propria amministrazione e la società non poteva assumere per esse alcuna garanzia. Iniziata, quindi, la sua attività il 1 luglio del 1897, alla fine del primo anno i depositi risultavano di 14.668 fiorini ed i prestiti di 10.595, segno di un promettente inizio che doveva concretizzarsi con una crescente stima e simpatia della popolazione di Mori, che nella Cassa Rurale vedeva uno strumento di promozione dell’economia locale.
Si sa dai verbali che in Mori nell’anno 1897 agiva la Banca Mutua Popolare di Rovereto (Filiale di Mori). Non si può dire con certezza se ci fossero a quella data altri Istituti di Credito, tuttavia si ritiene che negli anni successivi abbia agito il Banco di S. Vigilio.
Tratto dal libro di Luigi Dalrì Mori “ note storiche dalle origini alla fine della 1 guerra mondiale” finito di stampare nel 1987 da “La Grafica” per conto della cassa Rurale di Mori.
...LO SAPEVI CHE?
Monte Albano è stata una zona abitata e frequentata dal periodo del bronzo. Sono state trovate tracce della civiltà del bronzo (1900-1500 a.C.). L'abitato apparteneva alla cultura dei castellieri trentini; l'intera zona era costituita da altre alture, che davano vita ad altri castellieri: quella del Santuario, del Castello e del Doss Mota. A causa dell'aumento della popolazione, l'abitato venne ampliato ai piedi del Monte Albano. Lungo la Valle dell'Adige sorgono i "Pipel", rocce di forma conica, alle quali venivano attribuiti un'anima possente e divina. Accanto a queste pietre sacre sorgevano i villaggi come a Corno presso il Pipel di Tierno e l'abitato di Monte Albano, presso il Pipel di Mori Vecchio.