Le leggi austriache contenevano norme relative al “Fondo Poveri” secondo le quali il comune era obbligato a provvedere al mantenimento dei poveri, qualora essi mancassero di fondi speciali od i loro redditi fossero insufficienti. A poco a poco con lasciti in causa di morte, con oblazioni di denaro e colla capitalizzazione degli avanzi ordinari annuali di gestione, andò formandosi anche nel nostro comune il “Fondo Poveri” denominato più tardi “Congregazione di Carità” la quale tuttavia traeva il suo cespite principale della contribuzione ad essa fornita dal comune di Mori allo scopo di sopperire al bisogno dei poveri del paese.
L’ospedale deve essere sorto verso il 1851, poiché in quell’epoca è stata comperata la casa, che ne costituì per oltre un secolo la sede, per collocarvi la nascente istituzione; in progresso di tempo l’ente andò solidificando la sua posizione, destinando i propri redditi al mantenimento dei poveri ammalati e ricoverati di Mori. Con dispaccio ministeriale del 4 dicembre 1856, n. 26641 esso veniva assunto nel novero dei nosocomi pubblici generali, ma in genere esso fu sempre frequentato dall’elemento locale e più di tutto servì ricovero con un carico di una trentina di persone in estate e 40 – 45 in inverno.
Venne sempre condotto da monache dell’Istituto delle Suore di Carità e diretto da uno dei due medici condotti del paese.
In data 28 giugno 1859, il podestà di Mori Salvotti informava con propria lettera (n.29) la Deputazione dell’ospitale in Mori che in quella sessione aveva sottoposto alla discussione della rappresentanza comunale il regolamento dell’Ospitale stesso.
La Deputazione dello “Spitale di Mori” come si diceva allora – ebbe come presidente Benedetto Benedetti, come consiglieri il dottor Giuseppe Battisti, Abriarni Matteo fu Giovanni e cassiere Giuseppe Peratoner. Con lettera 1870/226 in data 20 ottobre 1858 il Pretore di Mori Negrelli approvava l’istituzione di un civico Ospedale in Mori con amministrazione propria.
Tratto dal libro di Luigi Dalrì Mori “ note storiche dalle origini alla fine della 1 guerra mondiale”
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Monte Albano è stata una zona abitata e frequentata dal periodo del bronzo. Sono state trovate tracce della civiltà del bronzo (1900-1500 a.C.). L'abitato apparteneva alla cultura dei castellieri trentini; l'intera zona era costituita da altre alture, che davano vita ad altri castellieri: quella del Santuario, del Castello e del Doss Mota. A causa dell'aumento della popolazione, l'abitato venne ampliato ai piedi del Monte Albano. Lungo la Valle dell'Adige sorgono i "Pipel", rocce di forma conica, alle quali venivano attribuiti un'anima possente e divina. Accanto a queste pietre sacre sorgevano i villaggi come a Corno presso il Pipel di Tierno e l'abitato di Monte Albano, presso il Pipel di Mori Vecchio.