L’Asilo infantile di Mori fu fondato nell’anno 1856 per iniziativa di don Carlo Luigi de Salvadori (di Molina di Mori, nacque nel 1790 e mori nel 1855) e con lo scopo di raccogliere, custodire ed edu- care i bambini della Borgata e specialmente i più bisognosi. Altro scopo fu quello di fornire un luogo di sano svago e di educazione alla gioventù femminile.
Casa Bianchi, detto anche “Convento” era in Piazza Ca’ dell’Ora a Morivecchio. Già proprietà Castelbarco vi si scorgono elementi medioevali, altri cinquecenteschi ed un loggiato del secolo XVIII, sorretto da ampi archi (nella prima corte).
Tratto dal libro di Luigi Dalrì Mori “ note storiche dalle origini alla fine della 1 guerra mondiale” finito di stampare nel 1987 da “La Grafica” per conto della cassa Rurale di Mori.
E’ una antica casa seicentesca (ma con strutture rinascimentali come altre abitazioni di Besagno) La casa si appoggiava con un avvolto alla Chiesa prospiciente, fornendo come un ingresso al paese.
Tratto dal libro di Luigi Dalrì Mori “ note storiche dalle origini alla fine della 1 guerra mondiale” finito di stampare nel 1987 da “La Grafica” per conto della cassa Rurale di Mori.
La Cassa Rurale di Mori è stata fondata nel 1897 ed ha iniziato la sua attività il 1 luglio dello stesso anno. L’iniziativa era partita da alcuni benemeriti cittadini che con lungimiranza e spirito di cooperazione erano riusciti ad attuarla in breve tempo. Il comitato promotore aveva dapprima esaminato il problema in ogni aspetto tecnico e sociale e quindi aveva gettato le basi per la costituzione della Casa Rurale di prestito e risparmio...
Le leggi austriache contenevano norme relative al “Fondo Poveri” secondo le quali il comune era obbligato a provvedere al mantenimento dei poveri, qualora essi mancassero di fondi speciali od i loro redditi fossero insufficienti. A poco a poco con lasciti in causa di morte, con oblazioni di denaro e colla capitalizzazione degli avanzi ordinari annuali di gestione, andò formandosi anche nel nostro comune il “Fondo Poveri” ...
Il palazzo Il palazzo Castelbarco di Loppio, saccheggiato e dato alle fiamme da una colonna dell’esercito francese del duca di Vendòme (1703), fu ricostruito dai baroni di Gresta ad iniziare dal 1812 “coi materiali del castello di Avio, a tale scopo demolito”. Ne sorse un complesso monumentale di rispettabili proporzioni, munito di torri, di edifici merlati, di un grande fabbricato verso il monte, guardato da un’alta torre quadrata, d’un vasto parco all’italiana...
Era ubicato a Prea Rua.
Tratto dal libro di Luigi Dalrì Mori “ note storiche dalle origini alla fine della 1 guerra mondiale” finito di stampare nel 1987 da “La Grafica” per conto della cassa Rurale di Mori.
Tra le costruzioni, veramente signorili, del secolo XVIII che si trovano nel Trentino, merita certamente un particolare cenno il palazzo Salvadori di Mori. Così ce lo descrive il Lutteri ( op.cit. a pag 21 ): Merita speciale menzione il palazzo Salvadori a Lambel, dall’ampio cortile fiancheggiato da un bel porticato e da un’ampia loggia, i cui muri furono frescati a buon pennello. Il primo piano abitato dal proprietario,era veramente sontuoso per l’ampiezza degli ambienti...
Altra costruzione degna di nota nella borgata di Mori è il palazzo Salvotti. Questo sontuoso fabbricato del secolo XVIII fu già proprietà del famoso giudice Antonio Salvotti, celebre nella storia del Risorgimento Italiano per i processi Pellico-Maroncelli, ecc.
Tratto dal libro di Luigi Dalrì Mori “ note storiche dalle origini alla fine della 1 guerra mondiale” finito di stampare nel 1987 da “La Grafica” per conto della cassa Rurale di Mori.
Era a destra salendo della Piazza Zochela Montalbano (piazza Cesare Battisti)
Tratto dal libro di Luigi Dalrì Mori “ note storiche dalle origini alla fine della 1 guerra mondiale” finito di stampare nel 1987 da “La Grafica” per conto della cassa Rurale di Mori.
Avevo sempre sentito dire,che il nostro sociale datasse dal principio di questo secolo, che ora sta per tramontare; avevo sempre sentito dire che il Teatro sociale di Rovereto fu costruito nel 1785 e quello di Trento nel 1819; nulla di preciso però, sino a pochi anni addietro, aveva potuto raccogliere sull’epoca precisa, quando furono gittate le fondamenta del nostro sociale.
...LO SAPEVI CHE?
Monte Albano è stata una zona abitata e frequentata dal periodo del bronzo. Sono state trovate tracce della civiltà del bronzo (1900-1500 a.C.). L'abitato apparteneva alla cultura dei castellieri trentini; l'intera zona era costituita da altre alture, che davano vita ad altri castellieri: quella del Santuario, del Castello e del Doss Mota. A causa dell'aumento della popolazione, l'abitato venne ampliato ai piedi del Monte Albano. Lungo la Valle dell'Adige sorgono i "Pipel", rocce di forma conica, alle quali venivano attribuiti un'anima possente e divina. Accanto a queste pietre sacre sorgevano i villaggi come a Corno presso il Pipel di Tierno e l'abitato di Monte Albano, presso il Pipel di Mori Vecchio.