La chiesa di San Biagio si erige su un piccolo dosso staccato dal declivio che divide la valle del Cameras dalla Valle dell’Adige. Purtroppo di essa non rimangono che il campanile e pochi ruderi dell’aula.
Della storia dell’edificio rimangono scarsissime tracce documentali e per la datazione ci si deve affidare all’analisi delle murature e tecniche di costruzione. Un aspetto molto particolare della chiesa è quello di presentare due navate affiancate, erette in due tempi diversi. La prima, databile al XI sec. si è affiancata una seconda, databile al XII-XIII sec., Entrambe le navate sono dotate di abside semicircolare. La presenza di due absidi parallele è un elemento decisamente raro in ambito italiano (maggior diffusione è riscontrabile nei territori dell’ex impero bizantino) e spesso indicava la dedicazione a due santi diversi. Se questa ipotesi fosse dimostrata la Chiesa di San Biagio rappresenterebbe un unicum per quanto riguarda il Trentino. Rimane comunque valida anche l’ipotesi di un allargamento della chiesa dovuto a mere esigenze di spazio.
La chiesa La chiesa, pur decentrata rispetto all’abitato, presentava una decorazione pittorica ad affresco, di cui purtroppo rimangono solo due lacerti (si tratta di uno strappo) presso il museo provinciale d’arte di Trento (Castello del Buonconsiglio). Gli affreschi, rappresentano i simboli degli evangelisti Matteo e Giovanni, probabilmente parte di una Majestas Domini. Essi sono databili al XII sec. e presentano affinità stilistiche con la decorazione pittorica di analoga datazione presente nella Chiesa di San Lorenzo a Tenno (TN).
L’elemento meglio conservato rimane il campanile, di stile romanico, databile all’epoca della realizzazione della seconda abside (XII-XIII sec.). Nel XV-XVI secolo la chiesa subisce un’ulteriore trasformazione e viene realizzata un’unica navata (nord-sud). Vengono anche realizzati due nuovi ingressi, due nuovi altari e un portico sul alto nord. La chiesa, a partire dal XVIII sec., va progressivamente incontro a difficoltà economiche che porteranno la sua progressiva decadenza e rovina. Per eventuali approfondimenti: Boschi R., Martini M. P., Le absidi gemelle nella chiesa di San Biagio a Mori, “Studi Trentini di Scienze Storiche. Sezione seconda”, LV, 1976 pp. 86-113. Cavada E., Turrini E., Mori, San Biagio, in (a cura di) Brogiolo G.P., Cavada E., Ibsen M., Pisu N., Rapanà M., “APSAT 11: Chiese trentine dalle origini al 1250”, 2, 2013, pp. 96-97.
Ottimo il sito www.archeotrentino.it, da cui sono tratte parte delle precedenti informazioni
...LO SAPEVI CHE?
Monte Albano è stata una zona abitata e frequentata dal periodo del bronzo. Sono state trovate tracce della civiltà del bronzo (1900-1500 a.C.). L'abitato apparteneva alla cultura dei castellieri trentini; l'intera zona era costituita da altre alture, che davano vita ad altri castellieri: quella del Santuario, del Castello e del Doss Mota. A causa dell'aumento della popolazione, l'abitato venne ampliato ai piedi del Monte Albano. Lungo la Valle dell'Adige sorgono i "Pipel", rocce di forma conica, alle quali venivano attribuiti un'anima possente e divina. Accanto a queste pietre sacre sorgevano i villaggi come a Corno presso il Pipel di Tierno e l'abitato di Monte Albano, presso il Pipel di Mori Vecchio.