Si trovava a 900 m. s.m. vicino a Nomesino sul dosso detto del Frassino. Ora rimangono pochi ruderi sulla strada di Corniano.
Quale “Casrtrum” è nominato fino al 1280. Appartenne dapprima ai signori di Gardumo e solo in seguito passò sotto il dominio dei Castelbarco di Albano. Nel 1333 è detto “et Castellantiam Castri Nomesini, montanea Gardumi”. Aldrighetto Castelbarco fu signore dei castelli di Lizzana, Albano e Nomesino e suo figlio FFederico fu capostipite della linea Castelbarco Albano-Gresta. Alla morte di Federico (1358) Albano e Nomesino toccarono in eredità al figlio Armano, mentre Gresta fu assegnato ad Aldrighetto.
Il Gorfer riporta che “nel 1413 è descritto cinto di mura, colla sua torre il castellaro, e la castellancia, case in muratura e in legno coperte da coppi, il pozzo, l’orto, la cantina, la cappella, ecc: . Nella torre c’erano armi tra le quali sei carrozze antiche, balestre, nove bombar delle, una casetta di polvere pirica”.
Tratto dal libro di Luigi Dalrì Mori “ note storiche dalle origini alla fine della 1 guerra mondiale” finito di stampare nel 1987 da “La Grafica” per conto della cassa Rurale di Mori.
...LO SAPEVI CHE?
Monte Albano è stata una zona abitata e frequentata dal periodo del bronzo. Sono state trovate tracce della civiltà del bronzo (1900-1500 a.C.). L'abitato apparteneva alla cultura dei castellieri trentini; l'intera zona era costituita da altre alture, che davano vita ad altri castellieri: quella del Santuario, del Castello e del Doss Mota. A causa dell'aumento della popolazione, l'abitato venne ampliato ai piedi del Monte Albano. Lungo la Valle dell'Adige sorgono i "Pipel", rocce di forma conica, alle quali venivano attribuiti un'anima possente e divina. Accanto a queste pietre sacre sorgevano i villaggi come a Corno presso il Pipel di Tierno e l'abitato di Monte Albano, presso il Pipel di Mori Vecchio.